Bilico era un bambino né bello né brutto.
era nato a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio, in una
stagione mista di beatitudine e mestizia. viveva fra un continente e
l'altro, pur se piccino nutriva una forte passione per la tecnologia
ma allo stesso tempo sentiva denso in sé il richiamo della natura
primitiva. le prime due parole che aveva imparato erano "se" e "ma",
nel tentativo di dire mamma e Sergio, il nome del suo migliore amico.
non andava a scuola come tutti gli altri bambini non
perché non fosse intelligente, ma perché non era mai riuscito ad
arrivare fino in fondo al viale che lo avrebbe condotto al collegio:
si perdeva ogni volta in una delle innumerevoli viuzze laterali per
ritrovarsi ora qua ora là, mai nello stesso posto e sempre a metà
di ogni dove. succedeva quindi che c'incontravamo per caso e allora
lo accompagnavo a spiaggia, quella sulla costa sud, dove c'erano i
mulini mossi da un vento caldo e umidiccio. gli piaceva fissare
l'orizzonte nel punto in cui mare e cielo si confondono in una
tonalità d'azzurro indefinito. lo abbracciavo in silenzio e in quei
momenti di misurata intensità capivo che mi voleva bene, anche se
non ha mai potuto dirmelo. a modo suo provava ad esprimersi, ma i
pensieri rimbalzavano nella sua testa di gomma cozzando uno contro
l'altro, si mischiavano fra loro impedendogli di costruire frasi di
senso compiuto. inoltre per effetto di cotanto rimbalzello, le cose
nella sua mente finivano per rovesciarsi specularmente, in modo da
apparirgli opposte a com'erano in realtà. a causa di questo curioso
meccanismo Bilico soffriva, ma non abbastanza da poter essere preso
sul serio nemmeno da se stesso. non potevo far nulla per lui perché
se avessi tentato di schierarmi al suo fianco ne avrebbe avuto a
male, proiettando nel suo cervellino di pneumatico un'immagine di me
atta a contrastarlo. e poi Bilico sapeva d'essere invulnerabile
perché non gli era concesso crescere: era destinato a rimanere un
perenne bastardo dalla sorte incompiuta, avrebbe avuto più di mille
anni e mille granchi nel cuore, meno di mille baci e mille e non più
mille bozzetti urticanti tatuati sul fegato.
io sono morta in una dissolvenza incrociata di misteri e bugie, poco
dopo il nostro ultimo incontro. lui talvolta indugia cercandomi con
lo sguardo sospeso sul mare, ma non sempre.
by ittica 2003
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