per tutti, ho scritto canzoni per tutti ma non per te.
sognavo gente impiccata, una roba poco elegante lo so, ma che potevo fare?
sognavo mani sporche di farina fuoriuscire dal muro per venire a strapparmi gli occhi
e il cuore. la mia centrifuga interiore non ha mai trovato un centro dal quale fuggire,
ed è per questo che ha continuato a girare infischiandosene del tempo che passa.
ora che un centro c'è, non esiste più il bisogno di rotazione, né rivoluzione.
inoltre, come ben vedi, l'eccezionalità che caratterizza questa nuova metodologia
prospettica sta nel fatto che non richiede un punto di fuga.
c'è una tal tristezza in un accordo minore! è solo una combinazione di frequenze
dopotutto, ma non può che provocare una dolce e vaga mestizia ogniqualvolta viene
suonato: la fisica al servizio dei sensi. ecco, la musica che ho scritto è figlia
della pena, dell'assenza di un complemento, di un complice, di un compatibile; è
nata dalla necessità straziante di creare, nel tentativo -vano- di colmare un vuoto
incolmabile.
tu mi ami, ed io non scriverò una canzone per te.
by ittica 2004
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